Sedersi a tavola insieme: quando la relazione diviene condivisione

A tavola si realizza la convivialità  perché la relazione diviene condivisione. Se è vero che l’uomo è tale nella misura in cui si relaziona con gli altri, il sedersi a tavola insieme è espressione di una relazione profonda. Le persone si trovano una di fronte all’altra con la propria individualità, con il proprio volto, ed insieme condividono i beni della terra e la propria vita.
Non pretendono di essere uguali, come in altri momenti della vita, ma si accettano  come diversi però uniti da una motivazione comune e da un condiviso interesse.
“Convivialità – scrive Antonio Nanni – dice certamente più di interdipendenza, più della solidarietà, più della convivenza democratica. Convivialità è coabitazione e coesistenza pacifica, condivisione piena dei beni della terra, nel faccia a faccia dei commensali”. È una “inclusività senza imposizione”. Per questo gli uomini celebrano i loro rapporti più significativi a tavola e risolvono i loro conflitti con il mangiare insieme, quale segno di riappacificazione
In tale rapporto si riesce ad accettare la diversità, anzi la si assume come stile di vita, strumento di maturazione personale.
Una relazione è autentica quando realizza lo scambio, il dare-avere, l’interazione, la reciprocità: “è l’aspirazione ad una vita felice, con e per gli altri, in situazioni giuste”.

Fonte: Istituto Rezzara

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