5 idee per viaggi di architettura in Italia

Quale occasione migliore dei giorni di vacanza tra Pasqua ed il Primo Maggio per visitare alcune gemme dell’architettura contemporanea in Italia? Ecco una breve guida ad alcuni capolavori sparsi su tutto il nostro territorio: da un avveniristico museo a 2.275 metri d’altezza ad un edificio della nobiltà siciliana ripensato da uno dei più grandi architetti italiani del xx secolo.

Torino: la Nuvola Lavazza e il Grattacielo Intesa Sanpaolo

Nuvola Lavazza La Nuvola Lavazza.
Aperta appena un anno fa nel quartiere Aurora, la nuvola disegnata dell’architetto Cino Zucchi è il nuovo quartier generale del celebre brand torinese di caffè ma soprattutto: un bistrot, un ristorante d’autore, un museo interattivo, uno spazio interattivo e la sede dell’Istituto d’Arte Applicata e Design. Con la Nuvola, la città piemontese si conferma città di punta nel riordino urbanistico e nel ripensamento delle strutture industriali: là dove adesso c’è il nuovo complesso Lavazza di 4.500 quadrati pochi anni fa sorgeva l’area dismessa della ex centrale elettrica.

Il Grattacielo Intesa San Paolo.
Motivo di critiche, dissapori e polemiche tra i torinesi (tanto da decidere di “abbassarlo” rispetto ai piani del progetto originali: da 200 a “solo” 167 metri), ad oggi il grattacielo sorto nella rinnovata area di Porta Susa, è non solo il terzo palazzo più alto della ex capitale sabauda (solo la Mole e il Grattacielo della Regione sono più alti) ma anche il più avveniristico ed il più ecocompatibile – tanto da meritarsi la certificazione LEED Platinum come grattacielo più ecologico d’Europa. Al suo interno l’archistar Renzo Piano ha progettato: un Auditorium di 364 posti, usa serra bioclimatica ed il ristorante lunghe bar Piano35 – con vista mozzafiato sulla città.

Provincia di Bolzano: il Messner Mountain Museum di Corones e le Terme di Merano

Messner Mountain Museum
Messner Mountain Museum di Corones

Messner Mountain Museum di Corones.
Il Messner Mountain Museum ha ben 6 sedi, ma la più recente e la più spettacolare si trova a Corones: progettata dalla stessa Zaha Hadid del complesso City Life di Milano e della Opera House di Guangzhou, questo museo realizzato in vetro ed acciaio a 2275 metri di altezza regala ai suoi visitatori uno dei più spettacolari belvederi montani d’Europa. Perfettamente integrato nel paesaggio.

Terme di Merano.
Letteralmente: architettura e design al servizio del benessere. Le moderne Terme di Merano sono state completamente ripensate dall’Architetto Matteo Thun tenendo in mente la bellezza del paesaggio circostante ed una gestione eccezionale della luce. TBasti cogliere il suo elemento centrale per rendersene conto: il Cubo di vetro posto nel bel mezzo del complesso è illuminato durante il giorno da luce naturale, mentre di notte una serie di larghi globi disegna eccezionali effetti ondulatori di luce sull’acqua e sulle pareti.

Roma: il Museo Macro ed il Ponte della Musica

Macro Roma
Le MACRO : musée d’art contemporain de Rome
Foto di Jean-Pierre Dalbéra
Fonte: https://tinyurl.com/y4vrwppy

Il Museo Macro.

Un altro caso di riutilizzo post-industriale: fino al 1971 questo spazio nel quartiere Salario-Nomentano era sede di una fabbrica della Birra Peroni. In seguito il Comune di Roma spostò in questi luoghi la Galleria Comunale, ma fu solo a fine anni ’90 che l’architetto francese Odio Decq ridefinì l’immagine del Macro, dotandolo di spazi finalmente adatti alla sua nuova funzione. Il nuovo Macro di Decq infatti comprende sale espositive per 4.350 mq, un foyer, un audutorium ed un giardino panoramico. Uno scrigno affascinante e funzionale per il Museo di Arte Contemporanea della Capitale.

Il Ponte della Musica.
Inaugurato nel 2011, il Ponte della Musica – con i suoi 190 metri di lunghezza e 22 di larghezza massima – collega il Lungotevere Flaminio con il Foro Italico. Disegnato da Buro Happold, il Ponte può non solo essere liberamente fruito come mezzo di collegamento della città da qualsiasi cittadino, ma merita di essere ammirato anche solo per la sua leggerezza e spettacolarità: una corsia carrabile asfaltata e due percorsi pedonali e ciclabili con doghe di legno – sormontata da due archi in acciaio che slanciano struttura in un arco bianco, snello e pulito, sopra lo scorrere del fiume Tevere.

Salerno e provincia: la Fabbrica di Ceramiche a Vietri sul Mare e la Stazione Marittima

La Fabbrica di Ceramiche Solimene di Vietri sul Mare.

Fabbrica Ceramica Solimene
Paolo Soleri, Fabbrica Ceramica Solimene, Vietri sul Mare (SA), Italy, 1953-56
Foto di Vincenzo Dodaro
Fonte: https://tinyurl.com/y6ad9ebz

Paolo Solieri fu uno dei veri architetti visionari del XX secolo. L’utopia che andrò ricercando nei suoi decenni di lavoro fu quella della “arcologia”: un tentativo di armonizzare architettura ed ecologia. Fin dall’esterno della Fabbrica si coglie la straordinarietà della costruzione e del lavoro di Solieri: costretto in uno spazio poco largo (tra una parete rocciosa e la strada), l’intera struttura si sviluppa in verticale e guadagna superficie grazie ai “tronchi” di cono della facciata. Ma il primo particolare a cogliere l’occhio è il dettaglio materico dell’edificio: i tronchi, il marciapiede ed il basamento utilizzano frammenti della stessa ceramica rossa e verde prodotta al suo interno dalla famiglia Solimene.

La Stazione Marittima di Salerno.
Ultima opera progettata da Zaha Hadid (assieme alla Scorpion Tower di Miami), la stazione marittima di Salerno è stata subito ribattezzata dai salernitani“la conchiglia” . Un nome che non sarebbe dispiaciuto alla stessa Hadid, che di fatti descriveva la Stazione come un’ostrica con un guscio duro esterno. Dalla sua inaugurazione nel 2016 ad oggi la “conchiglia” non ha smesso di rapire lo sguardo dei passanti distratti e degli ammiratori di architettura. Merito soprattutto della struttura a linee fluttuanti come onde marine e del suo profilo che richiama la silhouette delle vicine montagne della costa amalfitana.

Palermo: il Palazzo Branciforte, il Palazzo Abatellis

Palazzo Branciforte
Palazzo Branciforte#21
Foto di Rino Porrovecchio
Fonte: https://tinyurl.com/yyl83qvn

Il Palazzo Branciforte.

Nato e vissuto a partire dal ‘500 come una delle dimore patrizie più eleganti della nobiltà palermitana, Palazzo Branciforte ha cambiato di utilizzo più volte nella sua storia secolare. Fino ad inizio anni 2000. Quando la Fondazione Sicilia l’ha restituito alla collettività grazie al restauro di Gaia Aulenti. Il progetto di Aulenti ha adattato e ripensato gli spazi del Palazzo in funzione di una nuova fruizione pubblica (ora al suo interno si possono trovare: la grande biblioteca storica della Fondazione, uno Spazio Museale ed un auditorium). Tra i particolari che più impressionano il visitatore e l’appassionato di architettura, ci sono certamente le nuove lampade disegnate personalmente da Aulenti ed il magnifico affresco di Ignazio Moncada di Paternò realizzato per la sala di lettura della biblioteca (vedi foto).

Il Palazzo Abatellis.
Walter Gropius definì il lavoro di Carlo Scarpa su Palazza Abatellis come “la miglior ambientazione di museo che mi sia mai capitato di incontrare in tutta la vita” ed infatti il lavoro dell’architetto veneziano chiamato a ripensare l’allestimento del palazzo-museo palermitano fu tanto estremo quanto felice: oggetti esposti che si distaccano dal fondo per contrasto, la pavimentazione a geometria astratta del cortile, la scala esagonale (al contempo: leggera nel disegno e pesante nei materiali) sono tutti esempi del genio architettonico di Scarpa.

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