Le cinque migliori mostre di Fotografia in Italia di questa Estate 2020: due grandi fotografi del Novecento (Helmut Newton ed Inge Morath), il sorprendente fotografo cinese Ren Hang, il grande toscano Piergiorgio Branzi e finalmente la prima Biennale della Fotografia Femminile.
Helmut Newton. Works

Ralph Fiennes, Vanity Fair Venice 1995
©Helmut Newton Estate
Le sue foto sono famose in tutte il mondo e molte di queste sono diventate delle icone, presenti sui muri delle città, sulle copertine di libri ed ovunque nella pubblicità. Sembra, insomma, che dalla sua morte improvvisa nel 2004, il lavoro di Helmut Newton non sia mai stato così vivo o presente.
La fortuna postuma del grande fotografo di natali tedeschi (ma naturalizzato australiano) si può cogliere anche dal proliferare di mostre a suo nome. Ma questa “Helmut Newton. Works”, alla Gam di Torino fino al 20 Settembre, è davvero una degna rappresentazione dell’intero opus di Newton. Una panoramica lunga 68 fotografie che si dipana per tutti suoi i cinque decenni di attività: bellezza, moda, glamour e voyeurismo prendono vita, grazie all’occhio di Newton, nei volti famosi dall’altra parte della fotocamera – Andy Warhol, Claudia Schiffer, Catherine Deneuve, Giancarlo Ferrè, Paloma Picasso, Ralph Fiennes, Anita Ekberg, Leni Riefenstahl.
INGE MORATH. La vita. La fotografia

©Inge Morath/MAGNUM PHOTOS
Nota per essere stata la prima fotografa donna della celeberrima agenzia Magnum, Inge Morath ha avuto una carriera che qualsiasi fotografo uomo le avrebbe inviato: viene invitata alla Magnum da niente di meno che Robert Capa, tra 1953 e 1954 diventa assistente di Cartier Bresson, e da metà anni ‘50 gira il mondo scattando foto per alcune delle più rinomate riviste internazionali: Picture Post, LIFE, Paris Match, Saturday Evening Post e Vogue.
La mostra “Inge Morath. La vita. La fotografia”, al Museo Diocesano di Milano fino al 1 Novembre 2020, è la prima grande retrospettiva in Italia dedicata alla fotografa austriaca. Il percorso espositivo accompagna il visitatore attraverso i grandi reportage fotografici della Morath in 170 scatti: nella Venezia dei quartieri popolari del 1953; nella Spagna di Franco che visitò a partire dal 1954; nelle sfilate di moda, aste d’arte o nelle feste della Parigi dei primi anni ’50 del Novecento; nella Russia visitata assieme al marito Arthur Penn nel 1965 tra luoghi scolpiti dal suo bianco e nero e volti di artisti e intellettuali oppressi dal regime; nell’Iran pre-rivoluzionario in cui cerca di cogliere il rapporto tra vecchie tradizioni, condizione femminile e moderna società industriale; ed infine nel magnifico reportage a New York del 1957.
Biennale della Fotografia Femminile

Baltimore, Maryland
info@fullcirclephoto.com
A Marzo 2020 doveva avere inizio a Mantova la prima Biennale della Fotografia Femminile: bloccata dall’emergenza sanitaria, la Biennale riparte finalmente in questi giorni con eventi, mostre, workshop, proiezioni e talk disseminati nella bella città lombarda.
Il tema di questa prima edizione è il lavoro, mentre lo scopo è veicolare l’uguaglianza di genere anche attraverso il lavoro del fotografo/a. Ospiti e protagoniste di questi giorni mantovani sono diverse fotografe italiane e non: la tedesca Sandra Hoyn con il suo duro documentario fotografico sulla boxe infantile praticata in Thailandia; l’italiana Claudia Corrent con i suoi ritratti di adolescenti studenti al lavoro ed alla studio in una scuola professionale; la georgiana Daro Sulakauri con il suo reportage sulle condizioni lavorative dei minatori georgiani di Chiatura; la britannica Eliza Bennett con la sua attenzione al lavoro (fisico) delle donne; l’americana Erika Larsen con le immagini scattate e apparentemente sospese nel tempo della lontana baia di Kuskokwim in Alaska.
Ren Hang. Nudi

Il giovane poeta e fotografo cinese Ren Hang è noto per la sua ricerca su corpo, sessualità, identità, e rapporto uomo-natura – un lavoro esplicito e provocatorio che gli è costato spesso la censura e l’arresto in madrepatria.
La mostra “Ren Hang. Nudi”, fino al 23 Agosto al Centro Pecci di Prato, a tre anni dalla morte prematura di Ren Hang, porta per la prima volta in Italia 90 sue fotografie: esclusivamente nudi, colti in svariati contesti – su grattacieli, in mezzo ad una foresta, in una vasca da bagno tra pesci rossi, e tra Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante – che ne acuiscono la carica assurda e le pose innaturali.
Nelle parole della direttrice del museo toscano, Cristiana Perrella: “Ren Hang nella sua vita brevissima […] ha modificato i canoni della fotografia di nudo. Quindi di un genere estremamente praticato in occidente, ma non in Cina, il Paese da cui proviene, dove invece il nudo ha ancora una forza dirompente e provocatoria enorme”.
Piergiorgio Branzi. Il giro dell’occhio. Fotografie 1950 – 2010

© Piergiorgio Branzi
Branzi è fotografo attivo fin dagli anni ‘50 quando vince numerosi concorsi italiani di fotografia e – grazie ai suoi viaggi in moto ed auto fra Italia e Spagna – rielabora la lezione del maestro Cartier-Bresson. La sua carriera è proseguita nei decenni successivi sul doppio binario delle sue due vite: fotografo e corrispondente RAI. Tra i tanti riconoscimenti internazionali, la sua inclusione alla mostra “Italian Metamorphosis” al Guggenheim Museum di New York.
L’esposizione “Piergiorgio Branzi. Il giro dell’occhio. Fotografie 1950 – 2010”, al Castello di Novara fino al 6 Settembre, comprende 60 immagini che coprono gli oltre 50 anni di carriera di Branzi, in un percorso espositivo diviso per cicli cronologici e geografici: dalla sua Toscana all’Italia Meridionale, da Parigi a Mosca, dalla Spagna alla Grecia.
Fotografie che – secondo la curatrice del volume a lui dedicato Alessandra Mauro – sono un “turbine d’immagini e memorie, di ricordi, impressioni e scelte meditate. Di osservazioni coerenti in cui lo sguardo è sempre pronto a percorrere il mondo, tracciare e nominare la visione di profili di terre e di pietre. Una serie di vedute e “rivedute” che comunicano la stessa esperienza esistenziale dell’autore, il suo respiro. Quello di un corpo profondamente attento, lieto di continuare a vivere di meraviglia e di osservazione”.
Immagine di copertina:
Cavaliere della Mancia, 1956
@Piergiorgio Branzi
Target Point, Italian Ideas