Dudovich – Fotografia fra arte e passione. La mostra del grande cartellonista italiano

Una delle mostre più attese dell’anno: a Trieste la riscoperta del genio di Marcello Dudovich. Tra fotografia e cartellonistica, un percorso a tappe nell’opera di uno degli uomini che hanno dato forma all’immaginario italiano del Novecento.

Marcello Dudovich: un’artista al lavoro per Ricordi, Borsalino, Rinascente

Marcello Dudovich, Maria Melato
1910 Tempera su carta 61 x 42 cm
Collezione privata, Schio

Marcello Dudovich compie i suoi primi passi professionali imparando l’arte del “cromista” alle Officine Grafiche Ricordi a Milano negli ultimi anni dell’800: qui trasporta in litografia i lavori di grandi cartellonisti come Hohenstein e dell’altro triestino Metlicovitz. Sempre qui apprezza i dettami del Liberty, che assorbirà ed e andrà poi sviluppando in direzione dello Jugendstil con toni intimisti e tenendo conto dei gusti della piccola borghesia dell’epoca (colori tenui, atmosfere pacate e ritratti familiari d’ambiente). Uno stile che farà proprio in questo periodo e che rispetterò per il resto della sua carriera.
All’inizio del Novecento – mentre vive e lavora tra Milano e Bologna – inizia a contribuire come illustratore di copertina per molte riviste italiane, tra cui La Lettura”, “Italia Ride”, “Il Secolo XX”, “Varietas”, “Novissima”, “Ars et Labor” e “Rapiditas”. Nel 1906 inizia a disegnare per Ricordi i cartelloni dei grandi magazzini dei Fratelli Mele di Napoli. In questi stessi anni si dedica anche alle cartoline illustrate ed in particolare alle cartoline-menu per ristoranti e caffè: l’ispirazione è spesso la sua futura moglie Elisa Bucchi – ritratta prima in fotografia e poi trasfigurata con i suoi mezzi del mestiere in cartolina. Nel 1911 vince il concorso per il manifesto della Marca Zenit della Ditta Borsalino, il cui manifesto sarà uno dei suoi lavori più noti e riconoscibili.
Dopo la prima guerra mondiale si stabilisce a Milano e si mette in proprio – fondando la società editrice, la Star – e dando così avvio ad una delle sue collaborazioni più importante: da qui fino agli anni ’50 realizzerà una serie di manifesti per le “stagioni” della moda o per eventi dei grandi magazzini della Rinascente.
Tra gli anni ’30 e l’inizio degli anni ’50 continua a lavorare e a sfornare cartelloni per i più importanti marchi italiani, tra cui Bugatti, Alfa Romeo, Venchi, Alemagna, Pedavena.
Ma è già dagli anni ’40 che la sua opera ha il riconoscimento della critica, grazie a mostre personali – che continueranno e si intensificheranno fino alla sua morte nel 1962.

Dudovich come Toulouse-Lautrec?

Per comprendere meglio l’importante figura di Dudovich è forse meglio riprodurre le parole del pubblicitario e pittore Dino Villani, che lo accosta per arte e rigore a quello che forse è stato uno dei grandi geni della grafica moderna, Toulouse-Lautrec:

Anche se Dudovich ha esercitato la sua attività di illustratore con entusiasmo e con evidente piacere su giornali e su riviste, disegnando copertine ed illustrando racconti e novelle, egli resta particolarmente un ottimo cartellonista. Un cartellonista che non ha compiuto o dato il via a rivoluzioni, ma è tuttavia riuscito a dare un’impronta personale alle sue creazioni, dove la semplificazione non va mai a scapito della ricchezza pittorica e la pittura non diminuisce mai la visibilità del soggetto. Possiamo, in un certo senso, trovare Dudovich sulla stessa linea di Toulouse-Lautrec, poiché entrambi non hanno mai voluto rinunciare ad essere pittori pur servendo le esigenze della pubblicità. Molti hanno creduto che il triestino fosse un “pittore facile” ma così non era. […] Egli […] poneva grande cura alla creazione di ogni suo cartellone. Dopo aver tracciato un piccolo e rapido schizzo disegnato, sul quale poneva qualche macchia di colore per trovare il tono, stabilire la luce e quindi valutare l’effetto, si accingeva allo studio della figura, o delle figure, davanti al vero. Decine e decine di disegni egli eseguiva fino a quando non riusciva ad ottenere forma, espressione e movimento spontanei, naturali.

La mostra a Miramare (Trieste)

Marcello Dudovich, La Rinascente.
Dal 15 Febbraio Vendita del Bianco c. 1922-1926
Cromolitografia su carta 196,3 x 140 cm Edizioni Star – Milano Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso
Marcello Dudovich, Donna vestita di bianco
c. 1920-1930 Stampa a bromuro d’argento seppiato 11,4 x 8,1 cm
Collezione privata, Trieste

La mostra “Marcello Dudovich (1878-1962) fotografia fra arte e passione”  – dal 10 Luglio 2020 al 10 Gennaio 2021 alle ex scuderie del Castello di Miramare – presenta oltre 300 opere, tra cui 200 fotografie vintage inedite, 32 manifesti originali, 25 schizzi e bozzetti, oltre a riviste dell’epoca, lettere, cartoline e documenti, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private.
Una esposizione che – oltre ai grandi numeri – ha anche il merito di svelare il metodo del lavoro dell’artista triestino: il percorso si muove infatti nella scoperta di come a monte dei lavori d’illustrazione creati per grandi marchi, aziende e riviste ci sia spesso un input modesto e privato: un bozzetto o una fotografia rubata a conoscenti ed amici. Tra questi spunti, fotografie o bozzetti di scene estemporanee, con familiari e amici, che poi diventeranno manifesti, va rimarcato il lavoro per le celebri realizzazioni per La Rinascente degli anni venti e trenta (qui a lato).
Una mostra che ha quindi ci contente di apprezzare un Dudovich inedito, un Dudovich fotografo: qui possiamo infatti non solo vedere la rilevanza della fotografia come propedeutica per il suo lavoro di cartellonista, ma anche ammirare i suoi scatti come opere d’arte tout court.
Per quanto riguarda la cartellonista presente nell’esposizione, diversi sono i soggetti cui s’ispira Dudovich: la vita nei campi, da cui attinse per una serie di bozzetti e manifesti di esposizioni zootecniche; l’universo femminile, grazie ad attrici note e famose che appartengono al mondo dello spettacolo e che gli fanno da modelle. Accanto a queste immagini si trova una serie di opere realizzate per il cinema che negli anni della seconda guerra mondiale visse un vero proprio momento di popolarità.

Immagine di copertina:

Marcello Dudovich, Modella in posa riflessa nello specchio, fotografata da Dudovich,

c. 1950 Gelatina al bromuro d’argento 7 x 10 cm

Collezione privata Salvatore Galati

Target Point, Italian Ideas.