Cinque straordinarie graphic novel ci raccontano cinque artisti che tra ottocento e ventesimo secolo hanno lasciato il segno nell’arte e nella cultura occidentale: Van Gogh, Schiele, Hopper, Basquiat e Gauguin.
“Egon Schiele. Il corpo ribelle” di Otto Gabos
Egon Schiele e Vienna diventa uno dei più grandi artisti del suo tempo e l’Illustratore di Corpi nel periodo più intenso e difficile della vecchia capitale dell’Impero – negli anni che portano alla prima guerra mondiale. E allora quei corpi che si muovono, che si contorcono, che sembrano statue millenarie, segnati da muscoli e rughe sono non sono l’espressione di un grande artista ma anche il ritratto di un’epoca.
In “Egon Schiele. Il corpo ribelle” Gabos svolge una narrazione parallela: da un lato il racconto in terza persona della Storia (con la “S” maiuscola”) che si svolge davanti agli occhi di Schiele, dall’altro il racconto in prima persona delle tappe biografiche fondamentali dell’artista. Una doppia narrazione che approfondisce il significato dei corpi nella poetica del grande austriaco, ma svela anche il rapporto con la musa Wally Neuzil ed il breve e sfortunato matrimonio con Edith Harm (morta di febbre spagnola solo tre giorni prima del pittore).
Un vero approfondimento sull’opera di Schiele, arricchito dall’inserimento nella graphic novel di lettere e poesie tratte dal volume “Egon Schiele, Ritratto d’artista”.
“Vincent” di Barbara Stock
Vincent Van Gogh è stato uno dei pittori più importanti della modernità, possessore di uno dei tratti più riconoscibili dell’arte occidentale, ed un artista la cui immagine e racconto sono cresciuti fino a rappresentare il mito dell’artista “romantico”: purissima espressione di sé, inviso al suo tempo, un percorso biografico difficile e con uno straordinario riconoscimento post-mortem.
Per il suo “Vincent”, commissionato dal Van Gogh Museum di Amsterdam, Barbara Stock si è immersa in un lavoro di ricerca, documentazione e scrittura durato tre anni: ha battuto i posti nei quali era nato e la Provenza che gli fu cara ma soprattutto si è immersa negli scambi epistolari col fratello Theo nei quali Vincent si metteva a nudo. Il risultato è una graphic novel che si concentra sull’ultimo periodo del pittore olandese, sugli anni 1889 e 1889 che trascorse ad Arles: tavole e disegni naïf che restituiscono con potenza ed immediatezza un’immagine più felice e solare di un’artista spesso visto come tutt’altro. Nelle parole della stessa Stock, Van Gogh è infatti “conosciuto come un tragico artista povero. Dopo la lettura delle sue lettere volevo attenuare questa immagine: la sua vita non è stata solamente tragica”.
“Edward Hopper. Pittore del silenzio” di Sergio Rossi e Giovanni Scarduelli
E’ stato il maestro del silenzio e del realismo (anche se non amava le etichette). Tanto che i suoi quadri di solitudine urbana o campestre hanno influenzato non solo molti pittori ma anche non pochi registi (come il celebre Blue bar inventato da Dario Argento come omaggio in “Profondo Rosso”.
Ma è proprio attraverso l’escamotage del silenzio infranto, cioè della parola e del dialogo, che Rossi e Scarduelli raccontano “Edward Hopper. Pittore del silenzio”: è infatti lo stesso pittore che vediamo aprire bocca e raccontare alla sua donna di sempre la storia della sua vita. Un racconto a flashback delle parti salienti della storia del pittore statunitense diviso in cinque capitoli: Tra Nyack e New York (1900-1906); Di qua e di là dall’Atlantico (1906-1910); Sera blu (1914); A porte chiuse: vita con Jo e il successo (1924-1965); “Quello che vorrei dipingere” (1965-1967).
“Basquiat – about life” di Fabrizio Liuzzi e Gabriele Benefico
Una stella che ha bruciato intensamente e per poco tempo quella di Jean-Michel Basquiat: un artista fuori dall’ordinario che proveniva dai graffiti e dalla street-art e che in pochi anni (dal successo seguito all’incontro con Andy Warhol nel 1983 alla morte nel 1988) ha rappresentato qualcosa di nuovo nell’arte americana: un artista che sembrava muoversi con disinvoltura tra la strada e le più rinomate gallerie di Manhattam e che sapeva inglobare nella sua opera materiali espressivi disparata (poesia, pittura, fumetti, graffiti).
La graphic novel “Basquiat – about life” ripercorre la breve vita dell’artista americano dagli inizi in cui firmava i graffiti nella New York anni ’70 con il tag “SAMO” fino alla morte per overdose nel 1988, in un racconto che mima l’eterogeneità delle fonti di Basquiat per raccontarlo meglio: attraverso ritagli di giornali, dipinti, spezzoni di interviste. I disegni sono semplici ma incisivi e si avvalgono di una tavolozza volutamente limitata di colori: un bianco e nero macchiato solo in parte da un rosso intenso.
“Gauguin. L’altro mondo” di Fabrizio Dori
Marinaio giramondo, brillante agente di cambio, esploratore, ma soprattutto pittore geniale ed escluso dagli ambienti dell’arte che conta: Fabrizio Dori racconta la parte finale della vita di Gauguin attraverso il filtro delirante di un dialogo tra l’artista e lo Spirito della morte di uno dei suoi quadri più misteriosi (“Manao Tupapau”).
Una graphic novel, “Gauguin. L’altro mondo”, che cerca di entrare negli umori e nelle opere del grande francese e nella la sua ricerca febbrile di un’arte più pura rievocando con tavole dai quadri accesi proprio il periodo tahitiano di Gauguin.
Immagine di copertina:
Foto di: pontla
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