La famiglia in tavola

Basta con la filosofia del feed yourself (letteralmente, sfamati da solo): dal frigorifero al microonde. Gli americani, cresciuti a fast food e takeaway, riscoprono la convivialità. Tanto più in famiglia: lo dice uno studio del National Center on Addiction and Substance Abuse della Columbia University, secondo il quale cenare con i genitori ridurrebbe nei figli il rischio di assumere alcol e droghe. L’indagine, svolta su un campione di mille ragazzi, rivela che il 58 per cento degli intervistati si riunisce con mamma e papà per il pasto serale cinque giorni a settimana. Per chi si limita a tre, la probabilità di consumare bevande alcoliche, tabacco e marijuana sarebbe quattro volte più alta.

E nelle case italiane? Il rito tradizionale, per quanto le dinamiche siano molto cambiate, resiste: a confermarlo è la ricerca La famiglia in tavola. Il ruolo dei pasti nella famiglia italiana, elaborata dall’Istituto Ispo di Milano. Lo screening ha riguardato mille genitori (600 madri e 400 padri): per oltre il 90 per centro, il momento del pasto è quello in cui ci si sente più uniti, nel quale ci si confronta e si prendono le decisioni importanti. Per tre adulti su quattro la rinuncia forzata, causa imprevisti, è un dispiacere.

La frequenza è di almeno un pasto al giorno con i figli per il 63 per cento delle madri e il 58 dei padri. La gioia di stare insieme, complice il buon cibo, raggiunge il picco nel fine settimana: la pausa ideale da stress e incombenze quotidiane che l’84 per cento dei papà e il 74 delle mamme dedicano volentieri alla prole. In linea con le vecchie abitudini, a cucinare sono le donne: leader ai fornelli, contro il 6 per cento degli uomini.

Fonte: iodonna.it

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