La grande mostra dedicata a Escher al Salone degli Incanti di Trieste aveva aperto le porte il 18 dicembre 2019 per richiuderle il 7 giugno 2020 causa emergenza Covid-19. Ora quella stessa mostra – con i dovuti adeguamenti dovuti per proteggere la salute dei visitatori – riapre fino al 19 Luglio.
Escher: genio tra arte e matematica

Nato in Olanda nel 1898, Maurits Cornelis Escher è stato un artista unico con un percorso personale ed estetico che lo ha avvicinata tanto all’arte italiana quanto alla matematica.
Dopo gli inizi sulla falsariga dell’art-nouveau, la scoperta dell’Italia e dell’arte italiana lo fa immergere in un lungo periodo di studio e sperimentazione (nel nostro Paese infatti vive dal 1922 al 1935). Non a caso è proprio a Roma che scopre le architetture fantastiche ritratte nella serie delle “Carceri” dell’incisore settecentesco Giovanni Battista Piranesi: è grazie alle visione di Piranesi che sono nati quegli “oggetti impossibili” che sono uno dei tratti fondamentali dell’estetica escheriana.
L’altro tassello fondamentale per andare a completare l’estetica dell’artista olandese è lo scambio/intesa con il mondo della matematica: a provarlo c’è prima il Congresso Internazionale dei Matematici di Amsterdam del 1954 in cui viene ospitata proprio una mostra personale di Escher, e poi la fascinazione del grande artista per la Scala di Pelrose. Questa scale fu creata dai matematici Lionel e Roger Penrose nel 1958 e diverrà la base teorica di moltissimi dei suoi futuri capolavori di illusione ottica. Alcuni dei quali sono presenti nella mostra triestina (Vincolo d’unione, Cascata, Giorno e Notte, Cielo e Acqua I, Mano con sfera riflettente).
La mostra a Trieste

Vincolo d’unione, Aprile 1956
Litografia, 25,3×33,9 cm
Collezione privata, Italia
All M.C. Escher works © 2019 The M.C. Escher Company
Nelle parole del primo cittadino di Trieste, Roberto Dipiazza: “L’esposizione ripercorrerà le tappe principali della stagione artistica del grafico olandese nella suggestiva cornice del Salone degli Incanti, sede espositiva particolarmente adatta ad evocare le vedute prospettiche, gli scorci colonnati e i soggetti di ispirazione marina creati dall’artista nel corso della sua carriera. Come Escher amava dire che ‘lo stupore è il sale della terra’, così anch’io mi sento di dire che questa mostra lascerà i visitatori stupiti dalla ricchezza delle opere esposte e dalla possibilità di immergersi, almeno per qualche ora, nel suo mondo magico, fatto di simboli e di geometrie ipnotiche”.
Aggiungiamo che la mostra giova particolarmente dei grandi e magnifici spazi del Salone degli Incanti sulle rive di Trieste: al suo interno si possono ripercorrere le tappe principali della stagione artistica del grafico olandese in una cornice davvero suggestiva (a pochi passi dal mare).
In questa esposizione antologica – con circa 200 opere – sono presenti non solo alcune delle opere più iconiche di Escher (come “Mano con sfera riflettente”, “Vincolo d’unione”, “Metamorfosi II”, “Giorno e notte” e la serie degli “Emblemata”), ma – per la prima volta al mondo – anche la serie “I giorni della Creazione”, un nucleo di sei xilografie realizzate tra il Dicembre 1925 e il Marzo 1926 che racconta i primi sei giorni della Creazione del Mondo.
Una mostra, otto sezioni
La mostra triestina è divisa in otto sezioni:
- Opera giovanile. I primi passi dell’esperienza artistica del giovane Escher, tra art nouveau, studi sulla tasselllazione, le illustrazioni per Flor de Pasqua e per Emblemata e le sei xilografie della serie “Giorni della creazione” esposte per la prima volta.
- Paesaggi italiani. L’influenza della lunga permanenza in Italia e del paesaggio italiano sulla sua arte si palesa nelle vedute della città che aveva scelto come sua residenza: Roma, ritratta sia di giorno sia di notte.
- Tassellazione. Sezione dedicata all tema della tassellazione con un filmato dedicato all’Alhambra di Granada (che Escher visitò e da cui trasse ispirazione).
- Struttura dello spazio. Come Escher sondava la “Struttura dello spazio”: tra “superfici riflettenti” (esemplificate nella “Mano con sfera riflettente”) e la struttura vera e proprio dello spazio (esemplificata dall’incisione “Profondità”, qui trasformata in un ambiente reale e percorribile in una prospettiva reiterata).
- Metamorfosi. La sua riflessione sul mondo inteso come trasformazione di una forma in un’altra e che trova la sua massima espressione nel capolavoro “Metamorfosi II”.
- Paradossi geometrici. Ecco il passaggio – paradossale – dalle due alle tre dimensioni, compiuto disegnando e incidendo fantasmagoriche illusioni ottiche.
- Lavori su commissione. Una sezione dedicata ai lavori su commissione: ex libris, biglietti d’auguri, ed illustrazioni.
- Eschermania. In conclusione lo strabordare dell’opera e dell’universo del grande olandese nell’arte e nello zeitgeist contemporanei e pop: scatole da regalo, francobolli, copertine di LP, fumetti, il mondo della moda, pubblicità, cinema e molta dell’optical art del Novecento.
Foto di copertina di Salvatore Napolano
Target Point, Italian Ideas