Nobel Architettura 2020: i progetti più significativi di Farrell e McNamara

Il Premio Pritzker è solitamente noto come il Premio Nobel dell’Architettura in quanto si tratta del premio più prestigioso al mondo per un architetto. Un premio che in passato è stato consegnato a grandi nomi come Zaha Hadid, Renzo Piano, Tadao Ando e Frank Gehry. La giuria di quest’anno ha scelto due architette irlandesi – Yvonne Farrell e Shelley McNamara – per aver creato “spazi che sono allo stesso tempo rispettosi e nuovi, che onorano la storia ed allo stesso tempo dimostrano una padronanza dell’ambiente urbano e dell’arte della costruzione”.

Il premio ad una carriera unica

L’annuncio (disponibile sul sito del Pitzker: https://www.pritzkerprize.com/laureates/2020 ) prosegue rimarcando come Farrell e McNamara siano riuscite nella loro carriera ad “equilibrare forza e delicatezza” ma “rispettando sempre i contesti specifici dei luoghi, che si trattasse di istituzioni accademiche, civiche e culturali, oppure di soluzioni abitative: traducendoli in opere moderne e di impatto mai ripetevi e sempre originali”.
L’accento viene giustamente posto sul valore civico del lavoro delle due irlandesi: in oltre 40 anni di lavoro le due architette dello studio Grafton Architects sono diventate nomi importanti della architettura internazionale soprattutto grazie ad edifici costruiti per istituzioni pubbliche ed accademiche.

I lavori di Yvonne Farrell e Shelley McNamara

Ecco una selezione degli edifici firmati da Yvonne Farrell e Shelley McNamara:

  • La Bocconi a Milano.
    Inaugurata ad Ottobre del 2008, la sede Bocconi in via Roentgen a Milano è stata pensata come “continuità tra il paesaggio cittadino e quello dell’Università” grazie alla creazione di un “esterno in ceppo di Gré, una pietra tipica locale presente in molti palazzi milanesi” e grazie alla soluzione di un marciapiede di 90 metri in grado di ricreare “uno spazio pubblico che prosegue nell’edificio portando con sé la pavimentazione della città”.
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Università Luigi Bocconi, photo courtesy of Federico Brunetti
  • Il Campus Universitario di Lima.
    Con questo progetto Farrell e McNamara hanno conquistato il Leone d’Argento alla Biennale Architettura 2012 ed il RIBA Internazional Prize nel 2016. Un edificio straordinario e di grande impatto che, a detta della stessa Farrell, “appare come una “scogliera artificiale scavata nel cemento.”
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University Campus UTEC Lima, photo courtesy of Iwan Baan
  • La Medical School di Limerick.
    Per questa scuola di medicina a quattro piani è stata aggiunta una facciata di calcare grigio che rimanda all’architettura tipica locale, mentre all’interno i piani sono strutturati con cucine e living che si affacciano verso il lato nord del campus.
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Medical School, University of Limerick, photo courtesy of Dennis Gilbert
  • Il Town House Building dell’Università di Kingston (Londra).

    Un edificio pubblico che, insolitamente, mette assieme una biblioteca e diversi studios di danza. Un progetto che ben rende l’idea di spazio pubblico nella mente delle due architette: uno spazio che deve apparire ed essere aperto (quindi: sia a livello fisico che simbolico). Come è chiaro dalla scelta di non porre nessuna barriera fisica tra la Town House e la strada dirimpetto.
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Town House Building, Kingston University, photo courtesy of Dennis Gilbert
  • La Scuola di Economia dell’Università di Tolosa.

    Un progetto che, nelle parole delle due premiate, è un “insieme reinterpretato degli elementi caratteristici di Tolosa: i contrafforti, le pareti, le rampe, gli interni freschi ma misteriosi, i chiostri ed i cortili.
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Université Toulouse 1 Capitole, School of Economics, photo courtesy of Dennis Gilbert
  • L’Urban Institute of Ireland (Dublino).

    Questo istituto di Dublino, utilizzato da diverse facoltà universitarie della capitale irlandese, ha una facciata di piastrelle in terracotta, mattoni rossi e zoccoli di granito ed è composto da un piano terra a doppia altezza con laboratori e sale di ricerca e da piani superiori a griglia che contrastano con il resto del disegno provocando un interessante livello di complessità spaziale.
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Urban Institute of Ireland, photo courtesy of Ros Kavanagh

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